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La “cuddura cu l’ova” è un dolce tradizionale pasquale, preparato in Sicilia, ma ho scoperto anche in Grecia.

La particolarità di questa ricetta è proprio il suo protagonista: la decorazione con un uovo sodo al centro.

Quando ero bambina le guardavo con sospetto e non volevo mai assaggiarle, convinta che non fosse un dolce ma qualcosa di salato.

Oggi mi piace raccontarvi questa tradizione, perché si tratta non solo di un dolce tradizionale, ma soprattutto di un augurio e di un dono e che si prepara per le persone più care.

Le cuddure di Sicilia

In Sicilia le cuddure, o cullure, hanno diverse forme, anche a seconda della zona in cui vengono preparate. Possono quindi essere dei cestini, dei cuori decorati o ancora possono avere la forma di un agnello, di una campana o di un uccellino (chiamato nel catanese “aceddu cu’ l’ova”).

Si tratta di un dolce preparato con ingredienti semplici, che viene regalato come segno di buon auspicio.
L’uovo è infatti simbolo di nuova nascita e quindi Resurrezione di Cristo, ed anche per questo oggi ci scambiamo le uova di cioccolato.
In realtà la simbologia dell’uovo è molto più antica e già gli antichi persiani, ma anche gli egizi, i greci e i cinesi si scambiavano uova in segno di buon auspicio e di benvenuto alla stagione fertile primaverile.
L’uovo quindi deve fare bella mostra di sé al centro della nostra cuddura.
Si possono trovare cuddure anche con più uova, solitamente in numero dispari; più numerose sono le uova più è importante per noi la persona che le riceverà.
La cuddura è diffusa non solo in Sicilia, ma in tutta l’Italia meridionale (ed anche la Sardegna), e questo probabilmente perché l’origine del dolce è greca: kollýra (κολλύρα).
Quello che accomuna quasi tutte le ricette più antiche è spesso la ripetizione di forme circolari, come il ciclo della vita ed il ciclo delle stagioni.
uova colorate su sfondo nero

La cuddura in Grecia

Ho passato uno degli anni più belli della mia vita nel nord della Grecia, grazie al progetto Erasmus e sono quindi molto legata a quella terra, alle sue tradizioni che ritrovo moltissimo nella mia Sicilia, ed ai suoi sapori.
Facciamo quindi un viaggio in terra greca per scoprire l’antenato della nostra cuddura.
Questo viaggio lo facciamo grazie a Irene, greca di nascita e milanese di adozione, autrice del blog Great – Mangiare Greco che seguo da parecchio tempo (guardate anche le sue foto su Instagram che sono strepitose)
Cultrice della cucina naturale dai sapori genuini, riesce a trasmettere attraverso le sue ricette secoli di storia della sua terra natia, la Grecia.
Irene, autrice del blog GREAT-mangiare greco

Origine della “kollyra

In antichità, ci racconta Irene, la “kollyra” era un panetto rotondo.

Il diminutivo della “kollyra”, il kollyrion, significava pane o impasto rotondo oppure pallina. Ma in Grecia la “kouloura” è anche il salvagente usato dai bambini quando imparano a nuotare (sarantakos.com).

In generale quindi la parola ha a che fare con qualcosa di tondo, di circolare ed avvolgente.

Il dolce greco si chiama invece Lambrokouloùra o Lambropsomo, ed appunto un pane tradizionale cucinato nel periodo di Pasqua.

Anche qui la simbologia del pane circolare è correlata alla Resurrezione di Cristo, così come farina “riprende vita” e si trasforma in pane.

In tempi passati questo pane veniva preparato dalle donne il Sabato Santo, mentre il Giovedì Santo era dedicato alla preparazione di un particolare lievito profumato di basilico, usato per le benedizioni della chiesa.

Oggi il Lambrokouloùra, o la ciambella di Pasqua, viene preparato il Giovedì o il Sabato Santo, per essere poi consumato la notte della Resurrezione.
kollira Tsoureki pane con uova rosse

Perchè l’uovo rosso è protagonista della cuddura greca.

Una delle usanze intramontabili in Grecia nel periodo pasquale è quella di colorare le uova dice Irene.

Il Giovedì Santo infatti vengono tradizionalmente colorate di rosso, e negli ultimi anni la tradizione ha visto anche l’arrivo di uova dai colori più disparati.

Le uova sono simbolo di fertilità, e il rosso simboleggia invece il sangue di Cristo.

Ma attenzione”, puntualizza Irene “il primo uovo colorato non deve essere mangiato; viene conservato accanto alle immagini sacre fino alla Pasqua successiva. Trascorso un anno sarà possibile sotterrare l’uovo nel terreno“.

Le altre uova invece possono essere mangiate, ma non prima di aver eseguito una famoso rito, quello di far “cozzare” le uova tra di loro.

uova colorate su confezione di cartone

Si tratta di un gioco in cui si deve far scontrare un uovo contro quello tenuto in mano dall’avversario.

Il vincitore sarà il proprietario con l’uovo rimasto integro.

Irene confessa che “E’ solo un gioco ma, anche adesso, se mi capita un uovo vincente non lo mangio subito. Lo tengo per le sfide successive!

Se volete cimentarvi nella preparazione di questo antenato della cuddura andate a scoprire la ricetta di Irene del Lambrokouloùra.

Se invece volete preparare la ricetta tradizionale siciliana vi consiglio di visitare il blog di Ada Sicilianicreativiincucina.it con la sua ricetta dei Pupi cu l’ova pasquali (cuddure).

 

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Sono Arianna, e nel mio blog racconto “viaggi di scoperta“. Ti propongo percorsi di viaggio ed esperienze culturali attive, esclusive ed in grado di farti immergere in modo nuovo nella realtà dei territori che visiterai.
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Cuddura cu l’ova, un viaggio dalla Grecia alla Sicilia
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Cuddura cu l’ova, un viaggio dalla Grecia alla Sicilia
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Il dolce tradizionale pasquale siciliano ha un antenato in Grecia. Scopriamo le origini di questo pane dolce insieme ad una cuoca greca
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2 thoughts on “Cuddura cu l’ova, un viaggio dalla Grecia alla Sicilia

  1. Interessante articolo. Se non sbaglio, ho visto qualcosa di simile anche in Puglia. Cucinare uova il giorno di Pasqua è un’usanza molto comune ma la forma fantasiosa siciliana è molto originale.

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