Vi siete mai chiesti in passato come fosse possibile produrre in Sicilia, senza frigoriferi e congelatori e con il caldo torrido, il ghiaccio per la famosa granita?
Era sui monti della Sicilia, nelle zone riparate dal sole e dal vento di Scirocco, dove la neve si accumulava abbondantemente durante l’inverno, che sorgevano delle opere incredibili dell’ingegno umano, le “neviere”.
Alcune neviere erano in grado di conservare scorte di ghiaccio per un intero anno.
Le neviere, come si conservava il ghiaccio per la granita siciliana
Le neviere per conservare il ghiaccio si presentano sostanzialmente con due tipologie:
- neviere a grotta, di origine naturale e frequenti sull’Etna, come la Grotta del Gelo;
- neviere a edificio interrato, frequenti in molte zone della Sicilia, come negli Iblei
Le neviere ad edificio sono costituite da una grande e profonda fossa circolare scavata nel terreno, le cui pareti sono rinforzate da muri a secco.
Le fosse sono davvero imponenti, parliamo di 4-8 metri di diametro e 4-6 metri di profondità.
Come si conservava il ghiaccio nelle neviere siciliane?
Una volta caduta la neve in Sicilia iniziava la sua “raccolta”, come squadre di operai specializzate proprio in questa attività, i “nevaioli“.
In Sicilia c’era una vera e propria “industria della neve” che si muoveva sottotraccia per fornire tutta l’isola.
La neve poteva essere raccolta con delle grandi ceste, trasportate poi nelle neviere, oppure poteva essere trasportata come una grossa palla fatta rotolare fino a destinazione.
La neve, una volta inserita dentro le neviere, veniva compattata da altri operai o pestandola con i piedi, o tramite appositi attrezzi di legno.
Venivano così formati diversi strati di neve in alternanza con strati di paglia, per conservare la temperatura ed impedirne lo scioglimento.
Terminato il riempimento della neviera, la stessa veniva chiusa in attesa dell’apertura all’inizio della stagione estiva, ormai diventata un unico blocco di ghiaccio.
La neve veniva poi coperta da frasche e felci e da uno strato di terra, in modo da conservarla il più a lungo possibile.
Nei primi del Seicento, quando l’uso del sorbetto al gelsomino e al limone era diventato comune tra i nobili, la neviera cambiò struttura e forma, aggiungendo una cupola a dammuso.
Se volete approfondire l’argomento relativo alle neviere vi consiglio di dare uno sguardo a questo sito.
Il ghiaccio per le granite siciliane, e le sorbettiere
Il ghiaccio era un bene di lusso, utilizzato, oltre che ad uso alimentare, anche in medicina credendo che fosse un ottimo rimedio per allontanare la peste.
Il ghiaccio veniva tagliato in lastre e trasportato ben avvolto in paglia o sacchi di iota, fino a destinazione. Il commercio del ghiaccio, dalla Sicilia, arrivava addirittura fino a Malta.
Tra il Settecento e l’Ottocento l’utilizzo di ghiaccio da parte di tutti i siciliani aumentò moltissimo, proprio grazie all’introduzione delle “sorbettiere” per la preparazione di gelati e granite.
Venne introdotto il “pozzetto“, un tino di legno con un secchiello di zinco al suo interno in grado di girare grazie ad una manovella.
L’intercapedine veniva riempita con il sale e il ghiaccio, la cui miscela era in grado di generare il raffreddamento del composto nel pozzetto. Il pozzetto veniva poi fatto girare per evitare la formazione di grumi di ghiaccio.
La ricetta della granita siciliana da fare in casa
La granita siciliana può quindi essere fatta in casa anche senza gelatiera.
Per semplicità consiglio di partire da un “panetto di pasta di mandorle”, che è possibile acquistare sia in Sicilia, anche al supermercato, oppure online.
Tagliate a pezzi circa la pasta di mandorle, aggiungete acqua (il doppio del peso della pasta di mandorle) ed un pizzico di sale.
Con un frullatore ad immersione frullate in modo da rendere il composto spumoso e sciogliere completamente il panetto.
Mettete il liquido ottenuto in freezer per 1 ora e rompete i cristalli di ghiaccio con una frusta a mano.
Rimettere il composto in freezer e ogni 30 minuti giratelo con la frusta a mano, in modo da rompere bene i cristalli di ghiaccio.
Ci vorranno circa 4 ore, ma la vostra granita prenderà consistenza di volta in volta, rimanendo cremosa.
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Ho assaggiato la granita siciliana un paio di volte e mi piace moltissimo; devo dire che è stato interessante saperne di più sulle sue origini!
c’è sempre da imparare dalle tradizioni!
Ma che bontà la granita siciliana!! Quando ero lì per vacanza, ogni mattina ne prendevo una diversa per fare colazione. Granita e brioche!
La mia preferita è quella ai gelsi. Appena avrò un po’ di tempo proverò la tua ricetta. Grazie mille
La granita è sempre una poesia!
Sai che non ho mai provato la granita siciliana? Tranne qualche pallida imitazione in qualche locale pseudo siciliano, ma non conta. Lo vedo dalle tue fotografie che quella originale è molto più cremosa, quasi come un gelato. La bella notizia è che forse nei prossimi mesi riuscirò a fare un weekend in Sicilia, così proverò la vera granita!
E allora ci dobbiamo assolutamente sentire prima!
Effettivamente non me l’ero mai chiesto. E’ sempre interessante leggere curiosità a noi lontane nel tempo.
La storia è tutto quello che noi siamo oggi.
Quanto amo scoprire le origini di alcune tradizioni culinarie e quella della granita non la conosceva. E’ davvero una piacevole scoperta, anche perchè io amo le granite. Non sapevo che si potevano anche fare in casa: mi sono segnata la ricetta e questo sabato provo
Grande! Fammi sapere come va ?
Il tuo blog è sempre una garanzia e scopro sempre cose nuove. Non sapevo la storia delle granite, ma in compenso conosco molto bene la loro bontà!
Mai complimento fù più gradito. Grazie mille Michela ❤️
Ma voglio provare la ricetta che hai proposto, troppo buona la granita siciliana! Interessante la sua origine.
Prova e fammi sapere come va!
Molto interessante! Non ne avevo idea, ma era una domanda che mi sarei dovuta fare, effettivamente!
Sono contenta che sia stata una scoperta interessante ?
Proprio l’altro giorno ricordavamo con grande gioa le nostre colazioni siciliane a base di granita! Ma non sapevo assolutamente come venisse prodotta! Grazie al tuo articolo ho scoperto delle chicche davvero speciali, per veri intenditori.
Ciao Annalisa! Sono contenta di averti lasciato uno spunto goloso da provare
Imbattibili le granite siciliane, le mangio solo lì in effetti! In giro per l’Italia è puro e semplice ghiaccio. Non conoscevo però l’origine, spunto interessante.
Grazie Lara, contenta di averti fatto scoprire qualcosa in più sulla granita
Quando vado in Sicilia adoro mi divoro sempre un milione di granite ma non mi sono mai chiesta la storia della loro nascita e conservazione, davvero molto interessante e curiosa! Grazie anche per la ricetta della granita siciliana, non pensavo minimamente che si potesse fare a casa! Appena le giornate diventano un po’ più calde la farò!
Io invece non vedo l’ora di provare il vostro olio!!!
Leggendo questo articolo mi viene sempre più da chiedermi come mai ci siamo ridotti ad essere schiavi della tecnologia e a non svolgere quasi più questo tipo di lavorazioni a mano? Siamo proprio strani
Ciao Michela, diciamo che sicuramente avere l’opportunità di acquistare certi prodotti già pronti è un grande risparmio di tempo, oltre al vantaggio di avere un prodotto elaborato da professionisti