Fotografi, instagrammer o semplici appassionati, rimangono senza fiato alla vista dei fenicotteri rosa che prendono il sole e socializzano accanto ad uno dei poli petrolchimici più grandi d’Europa.
Ci troviamo a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, e qui la natura ha deciso di imporsi con potenza ed eleganza allo scempio perpetrato in questo territorio a partire dagli anni Cinquanta.
Prima dell’arrivo dell’industria petrolchimica, qui si veniva al mare perché era una delle spiagge più belle del sud della Sicilia. Si dice fosse più bella della riserva di Vendicari (o Vindicari), che si trova vicino Noto. Guardandola non si stenta a crederci.
Come arrivare alla riserva naturale Saline di Priolo
La Riserva naturale Saline di Priolo si trova nel comune di Priolo Gargallo, poco a nord della città di Siracusa.
Si tratta di una zona umida di circa 40 ettari che comprende anche la bellissima Penisola Magnisi.
La riserva, gestita da Lipu-BirdLife Italia , è raggiungibile percorrendo la strada statale 114 da Siracusa verso Catania, seguendo poi le indicazioni per “Thapsos” (coordinate Google Maps ingresso alla riserva: 37.142491, 15.219209).
Purtroppo la riserva ha subito un incendio il 10 luglio 2019 e le istituzioni si stanno adoperando per renderla presto nuovamente fruibile al pubblico.
La riserva ed il rilancio del turismo in una zona difficile
La riserva è stata istituita nel 2000, e dal 2013 al 2017 il numero di visitatori, di cui molti stranieri, è piacevolmente aumentato dai 50 annui ai 17.200. Questo è segno che la zona inizia ad essere un punto di riferimento ed una tappa di parecchi itinerari di viaggio.
Questo sito naturalistico è unico nel suo genere, sia per il contesto davvero particolare in cui si trova, sia perché è l’unico sito di nidificazione di fenicotteri in Sicilia (i fenicotteri rosa possono però essere osservati anche in altre zone dell’isola).
Questa riserva è rifugio per il 40% delle specie di uccelli osservate in Italia.
I fenicotteri arrivano alla riserva tra gennaio e febbraio ed entro aprile avviene la nidificazione delle uova. Ogni coppia di fenicotteri metterà alla luce un solo esemplare.
La bellezza del rosa delle colonie di fenicotteri contrasta fortemente con il contesto industriale alle spalle della riserva.
Questa realtà è un monito in grado di mettere in evidenza la poca lungimiranza del passato e nel contempo dare speranza per un prossimo futuro (foto di Luigi M. ).
Il Mausoleo delle Saline di Priolo Gargallo
La Riserva delle Saline di Priolo nasconde, oltre ai fenicotteri rosa, anche un reperto archeologico sconosciuto anche alla maggior parte dei residenti.
Qui si trova infatti un Mausoleo che ha più di 2000 anni, di età romana, meglio conosciuto come Guglia di Marcello (foto di Davide Mauro).
Il monumento è costruito con grandi conci regolati che formano un podio di oltre 5 metri e mezzo per lato e alto più di 4 metri. Questo basamento faceva da base al corpo principale, oggi perduto.
Nel Cinquecento Tommaso Fazello ci lascia la descrizione della forma di questo monumento sopra l’attuale basamento; parla infatti di una forma a piramide, che sarebbe poi crollata a causa di un terremoti del 1542.
Furono poi tanti, nel Seicento e nel Settecento, a parlare della Guglia di Marcello, e persino i viaggiatori del Grand Tour. In quel periodo infatti i giovani aristocratici europei erano soliti organizzare dei lunghi viaggi, soprattutto in Italia, per ampliare il loro sapere soprattutto sulle antiche civiltà e a tal proposito ci hanno lasciato molti scritti e soprattutto molti disegni.
Persino il FAI si è interessato alla Guglia di Marcello. Ssi spera che in prossimo futuro si possa garantire il giusto rilievo e fruizione a questo monumento tramite la costruzione di un piccolo sentiero, un ponte in legno ed una segnaletica.
Le zone archeologiche da visitare nei dintorni, Thapsos e Megara Hyblea
Quando il mare è agitato o semplicemente nei periodi non estivi, la visita alla Riserva delle Saline di Priolo può essere una valida alternativa, anche per i più piccoli. La passeggiata è in piano, facile e sono presenti zone d’ombra. La scoperta e l’osservazione in natura dei simpatici fenicotteri rosa è poi qualcosa di straordinario.
Ma nelle vicinanze sono presenti anche delle zone archeologiche di notevole importanza.
A poca distanza dalla riserva si trova infatti la Penisola Magnisi, uno dei più importanti siti protostorici della Sicilia (foto di Archeo).
La località era infatti un luogo ideale per il commercio grazie alla presenza di due golfi a nord e a sud dell’istmo. Proprio qui si trovano le testimonianze delle relazioni dell’antica popolazione e cultura di Thapsos che qui si era stanziata, con Micene e Cipro.
Thapsos ci ha restituito una necropoli a grotticelle e le fondamenta delle abitazioni del primo villaggio organizzato conosciuto in Sicilia.
Non molto lontano dalle saline si trova poi il sito archeologico di Megara Iblea (Megara Hiblaea), un’antica colonia greca vicino a Augusta e patrimonio tra i meno conosciuti della Sicilia orientale (foto di Davide Mauro).
Qui sarà possibile passeggiare tra le antiche vie della città e, se vorrete ammirare anche i reperti archeologici qui ritrovati vi basterà fare una salto nel bellissimo museo archeologico Paolo Orsi a Siracusa. Un’ottimo articolo che vi guiderà alla scoperta di questo sito archeologico è stato inoltre scritto da Hermes-sicily.
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